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I muscoli paraspinali nella pratica elettromiografica. R.
Bassi
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Richiami di anatomia.I mm paravertebrali o meglio i paraspinali posteriori, dipendono dal ramo posteriore del nervo spinale, che, all'uscita del forame intervertebrale, e subito dopo il ganglio sensitivo, si divide in un ramo anteriore e uno posteriore (più piccolo). A sua volta questo si divide in una branca mediale e in una laterale ; oltre alla muscolatura della loggia paravertebrale posteriore, questi rami forniscono una innervazione sensitiva a parte delle articolazioni vertebrali e alla cute del dorso, solitamente di scarsa importanza se non per il ramo che dà origine al grande occipitale. La funzione principale di questi muscoli è lestensione della colonna in reazione alla gravità ed al peso del corpo, specialmente della massa addominale. Se sono troppo deboli, il peso dei visceri provocherà una postura china con la colonna curvata. I muscoli paraspinali sono numerosi e diversi, variamente distribuiti lungo la colonna , con funzioni sopratutto estensorie : i più importanti sono il retto posteriore del capo, lo splenio, il lunghissimo del dorso, il sacrospinale. Ai fini di praticità è utile fare una suddivisione in mm. paraspinali lunghi e brevi :
Essi sono costituiti dai rotatori brevi, dagli intertrasversali e interspinosi ( di piccole dimensioni) e sopratutto dal " Multifidus " che è di grande interesse per gli elettromiografisti perchè è presente lungo tutta la colonna ed è nel suo insieme, di discreto spessore. Questo muscolo multisegmentario origina da (ogni) singolo processo spinoso, si porta inferiormente e lateralmente inserendosi con i suoi vari fascicoli sui processi mammillari sottostanti collegando più metameri ( da 2 a 5 ) : solo il fascicolo più mediale, come si può apprezzare in una sezione trasversale , a stretto contatto con il mm interspinoso ed il periostio, risulterà rigorosamente segmentario, vale a dire innervato dalla radice che nasce immediatamente al di sotto di quella spinosa. Per esempio, nello spazio intervertebrale tra L4 e L5 dovremmo trovare l'interspinoso e il fascicolo più mediale del multifidus appartenenti alla radice di L4. Studi anatomici dettagliati , mentre sembrano confermare queste particolarità di innervazione, non escludono comunque la possibilità che collaterali dai rami nervosi adiacenti e esili plessi nervosi paravertebrali rendano più complesso questo schematismo . Per di più in base ai principi anatomici, la radice S1 non sarebbe ben esplorabile nei paraspinali per l'assenza di consistenti fascicoli del multifidus che originino dal'abbozzo del processo spinoso di S1. Sulla base di questo principi anatomici, l'esame di questi muscoli ha quindi la possibilità di dimostrare una sofferenza radicolare e di stabilirne il livello preciso. I manuali di EMG clinico e di anatomia per Emg e la letteratura medica riservano uno spazio limitato per questo argomento, ma recentemente sono comparsi alcuni lavori che danno valori normativi e stressano la loro utilità specie per la valutazione delle radiculopatie lombari di possibile interesse chirurgico: si son sviluppati sulla base di studi cadaverici dellinnervazione del Multifidus. Negli ultimi tempi lentusiasmo per il loro utilizzo sembra in calo. Metodica. Per quanto riguarda l'esame dei paraspinali cervicali e toracici, la difficoltà di distinguere il multifidus segmentario che è situato nei piani più profondi, può creare delle incertezze sul livello radicolare : sulla scorta dei richiami anatomici, basterà infiggere l'ago vicino alla linea mediana, superare gli strati superficiali, seguire la spinosa con la sua angolazione verso l'alto . A livello del passaggio cervico-toracico, si dovrà superare, se l'infissione è un pò laterale, lo spessore del trapezio . A livello lombare , che è molto più studiato, una prima tecnica suggerita è quella di un approccio mediale, cioè strettamente aderente alla spinosa, con lo scopo di evitare, (divaricando poi la direzione dell'ago) le strutture meningee . Si può anche infiggere l'ago proprio nella linea mediana, ovviamente nell'interspazio spinoso, oppure sporgersi al massimo di 3 mm lateralmente seguendo sempre una direzione tendenziale verso l'alto. L'altra tecnica più elaborata suggerisce di partire da una posizione laterale di circa 2,5 cm dalla linea mediana , con dettaglio di spostarsi di un cm in sù rispetto la parte inferiore della spinosa, per poterne poi incrociare la parete, il tutto tenendo l'ago rivolto medialmente con una angolazione di circa 45 gradi. La posizione precisa cambia per lo spazio L5 e S1 , ma si suggerisce sempre di arrivare fino al perostio per poi ritirarsi di un pò, tenendo come guida il rumore elettromiografico Indicazioni.I mm. paraspinali vengono studiati essenzialmente in questi casi:
Più rare sono le indicazioni per lo studio delle poliradiculopatie infettive, ed infiammatorie, le mieloradiculopatie causate da varie patologie ( tra cui le fistole durali), le polimiositi ed entità di recente individuazione come la "Bent spine syndrome", caratterizzata da postura china in posizione eretta, ipodensità dei mm paravertebrali alla TAC, sfumati aspetti miopatici allistologia , incostante elevazione del CK e sopratutto alterazione EMG dei paraspinali di aspetto sostanzialmente miopatico. Recentemente è stata infine inquadrata una miopatia focale dei mm. posteriori cervicali che causa una postura a capo chino "Dropped head " quale sottotipo della mopatia dei paraspinali. Nellinsieme, comunque, gli studi emg - clinici sui muscoli paravertebrali, che giocano una parte rilevante nella postura e nel cammino, sono ancora in fase di sviluppo . Si devono ricordare alcuni concetti basilari
Importante è il concetto di cascata , che deriva dalla modalità morfologiche e di innervazione del multifidus: troveremo più facilmente alterazioni in segmenti ( anche lontani ) sottostanti al livello lesionale. Particolari dell'esame.
Per quanto riguarda le complicazioni sono riportate: punture della pleura ( profonda circa 3,3 cm nella regione sovraclaveare) con pneumotorace e, a livello più basso, punture del peritoneo. Osservazioni.
Curiosità.Nelle lesioni complete midollari si può ritrovare attività volontaria nei paraspinali fino a 6 segmenti sottostanti. Secondo qualche autore anche una mielografia, una rachicentesi ed una infiltrazione di anestetico possono provocare anomalie emg nei paraspinali. In letteratura si descrivono alterazioni nei mm. paraspinali anche nella neuropatia della borelliosi, della mononuscleosi, dell'infezione con HIV, nella nevrite herpetica, in lesioni metastatiche, aracnoiditi, linfomatosi e leucosi. Vengono descritte alterazioni importanti, volte quasi esclusive, in certe forme di polimiosite. Nei diabetici, che sono un numero cospicuo dei nostri pazienti, il frequente riscontro di anormalità a più livelli e anche controlateralmente, non esclude una radiculopatia o una sofferenza bilaterale per stenosi del canale o da ernia discale. Casistica.La nostra casistica con l'utilizzo dell'esame sui paraspinali e con verifica su popolazione di controllo ci ha fornito questi dati:
Ci sembra indifferente tenere in paziente in posizione prona oppure seduta ma preferiamo questultima per la maggior padronanza sulla superficie da esaminare. Commento finale.Pur non essendo un esame raffinato ( spesso è anatomicamente impreciso, specie per l'obesità del paziente) risulta utile quando ( e non raramente) altri dati emg e clinici siano scarsi ed incerti ed il caso complesso. Però :
Può trovare un giustificato utilizzo nella valutazione dei soggetti i diabetici , nella diagnosi differenziale delle plessopatie e nei casi di sospette sofferenze radicolari cervicali alte ( C4-C5 ) o molto basse (C8 - T1) e quelle lombari alte ove sono maggiori i problemi diagnostici e minore il contributo dell'emg "periferico".
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Dal XVIII Corso di Cultura EMG. Lido delle nazioni. Ferrara. Settembre 1998. Pubblicazione su "E-Neuro": Novembre
1999
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